Il Borgo

Visitare Verezzi è come entrare in un teatro naturale, immerso nei caldi colori di Liguria e percorso dai sottili profumi della vegetazione mediterranea. Arroccato sulla collina dell’Orera, il borgo “saraceno” si presenta  come armonioso insieme di quattro diverse borgate (Poggio, Piazza, Roccaro, Crosa), caratterizzate da costruzioni in pietra rosa incastonate in un panorama di roccia e di mare, interamente percorse e collegate dagli stretti “caruggi” e “creuze” un tempo destinati ai muli e ai carri. Le case addossate l’una all’altra in un armonico disordine di volumi e di masse, sembrano una sola abitazione variamente articolata, che sorge spontanea dalla roccia. “Pala d’altare è la vista che allo sbocco si schiude, inaspettata da strappare un grido”: così, nella sua “Postilla a Verezzi”, il poeta Camillo Sbarbaro descrive questo paese meraviglioso e solitario, dove accanto al cappero e al carrubo è cresciuta anche rigogliosa la pianta del teatro. Vicoli quasi scavati, slarghi, salite ripide e strette, sottopassi ad arco ingentiliti da vasi di fiori raccontano l’origine difensiva dell’insediamento umano. Presso queste borgate “saracene”, dove la locale pietra rosa si alterna  alle bianche terrazze, agli orti  “a vista”, alla vegetazione della macchia mediterranea, davvero il tempo pare essersi fermato; la morfologia stessa del territorio, limitando fortemente la possibilità di circolazione automobilistica, contribuisce ad accrescere l’aspetto “fiabesco” di questo angolo di Liguria.

L’aspetto che colpisce di più in Verezzi è però senz’altro l’impagabile vista sulla costa ligure che si può godere da ciascuna delle quattro borgate, dove davvero, immersi nei profumi della vegetazione mediterranea, sembra di stare sospesi tra cielo e mare.

La rinomata bellezza e le peculiarità architettoniche di Verezzi le sono valse nel 2008 l’inserimento nel Club dei “Borghi più Belli d’Italia” e successivamente in quello delle “Perle di Liguria”, e nel 2009 persino la dedica di un francobollo nazionale nella serie turistica, emesso in 3.600.000 esemplari in data 10 luglio.

Sull’origine di Verezzi sono state fatte molte ipotesi: la più popolare, per quanto improbabile, sostiene che il paese sarebbe nato da un nucleo di arabi-saraceni nomadi che avevano eretto la loro dimora a ridosso dell’Orera. L’influsso arabo-saraceno in generale appare comunque indiscutibile: ne troviamo chiara rappresentazione nella costruzione e nell’architettura delle quattro borgate, con un tessuto urbano continuo e omogeneo che rivela agli occhi di chi osserva l’influenza culturale del Medio Oriente.

Tuttavia sappiamo che il luogo era abitato già molto tempo prima, come dimostrano i numerosi reperti rinvenuti nelle antiche caverne: il primo nucleo abitato fu certamente la Borgata Poggio (la prima che incontriamo salendo a Verezzi da Borgio), per via della rassicurante vicinanza con le grotte e per ragioni di sicurezza e difesa.

Verso la fine dell’800, mentre a Borgio si espandeva l’attività agricola, a Verezzi cresceva l’importanza dell’attività estrattiva della pietra (la cosiddetta “pietra rosa”) nelle diverse cave ancora oggi ben visibili anche se dismesse. Attorno a questa attività ruotava un gran numero di lavoratori, compresi molti scalpellini e trasportatori, fabbri e falegnami che completavano la lavorazione e permettevano il commercio della rinomata pietra. Proprio dalla necessità di organizzare e tutelare gli interessi di questi lavoratori, nacque nel 1893 la “Società Operaia di Mutuo Soccorso” di Verezzi, storica associazione ancora oggi presente e attiva in campo sociale.

Negli anni ’70 si è registrato un progressivo abbandono delle coltivazioni di buona parte dell’area prossima ai centri storici di Verezzi (vite ed albicocco, ulivo, ecc.), fino ad allora intensa, e il paese ha subito un graduale spopolamento, con il trasferimento di molti giovani a valle. In questi ultimi anni, soprattutto grazie alla valorizzazione turistica del territorio rimasto intatto nel tempo e grazie al nuovo sviluppo delle attività commerciali, si è invertita questa tendenza e le abitazioni verezzine, oggi abitate e ben restaurate, sono particolarmente ambite da residenti e turisti. Si registra anche una graduale ripresa delle coltivazioni tradizionali.

 

CENNI STORICI

Il territorio di Borgio Verezzi era già abitato fin dal paleolitico. A darcene la prova sono i ritrovamenti di resti umani nelle caverne delle Arene Candide (Finale) e in quelle tra le rocce dell’Orera, dove è situata Verezzi.

I primi cenni propriamente storici ci giungono dai romani, che conquistarono la Liguria gradualmente e con molte difficoltà. Nel 181 a.C. Borgio trova un posto nella cronaca con la battaglia, unica in campo aperto, che vide la definitiva vittoria dei romani e che si svolse nella piana tra Borgio e Pietra la cui storia va di pari passo. Ai liguri di ponente venne concessa la cittadinanza romana e la difesa della via litoranea.

Il periodo di evangelizzazione ebbe inizio per l’azione dei monaci benedettini che gestivano la prima comunità cristiana della zona, San Pietro in Varatella sopra Toirano, i cui territori giungevano fino al Rio Bottassano.

Nel Medioevo, dopo la morte di Carlo Magno, cominciò un periodo di crisi nel quale i territori di Borgio e Verezzi di proprietà del Vescovo di Albenga vennero ceduti al Marchesato di Finale. In seguito passarono sotto il dominio della Repubblica di Genova: Borgio e Verezzi facevano parte della podesteria della Pietra. Iniziò così un periodo di benessere e sviluppo che durò per quattro secoli fino all’arrivo di Napoleone. La preoccupazione maggiore in quegli anni erano le incursioni saracene, da cui Borgio si difese costruendo fortificazioni come il Torrione e il Forte.

Nel ‘600 la grande avanzata dei Savoia in Liguria si arrestò proprio alla podesteria pietrese per merito anche dell’aiuto di Borgio e Verezzi.

Alle soglie dell’ottocento Napoleone e il suo esercito conquistarono tutti i territori della zona inglobandola Repubblica Ligure nell’impero. Ma Napoleone cadde pochi anni dopo e il Congresso di Vienna dispose l’annessione della Liguria al Piemonte. A questo periodo vissuto sotto la monarchia assoluta seguirono le vicende dei moti risorgimentali che portarono all’unità d’Italia. Borgio e Verezzi fecero parte prima della provincia di Albenga, poi di quella di Genova e infine dal 1929 di quella di Savona.

Verso la fine dell’800 il collegamento fra i due borghi avvenne tramite la costruzione della nuova strada “carrozzabile” Borgio-Verezzi, che rivoluzionò tutti i sistemi di trasporto e tolse dall’isolamento Verezzi. L’unificazione dei collegamenti non fu che la premessa di quella amministrativa avvenuta nel marzo del 1933 con la creazione del nuovo Comune di “Borgio Verezzi”.